La programmazione ai tempi delle schede perforate

Agli studenti come me, che si sono approcciati alla programmazione nel nuovo millennio, appare difficile pensare all'esistenza di un modo di programmare differente dal digitare il codice sul proprio PC, visualizzare gli eventuali errori, modificare ogni volta che si vuole, ottenere un risultato quasi istantaneamente.
Eppure non sono così lontani i tempi in cui per programmare si aveva bisogno di schede da perforare, di una perforatrice, di un lettore.
Tramite il racconto di mio padre (che sostenne un esame sul linguaggio FORTRAN IV nei primi  anni '80) e ricerche online ho cercato di ricostruire i vari step necessari alla realizzazione di un programma.
All'epoca, dopo aver immaginato, progettato e scritto il programma su un foglio, si procedeva andando a "tradurre" il programma su delle schede da perforare, ognuna delle quali corrispondeva ad una sola riga di programma. Ogni carattere aveva una sua codifica binaria.
Le schede furono brevettate da Herman Hollerith nel 1887 e furono impiegate per la prima volta nel 1890 per il censimento dei cittadini degli Stati Uniti.
Egli a sua volta trasse ispirazione dai telai Jacquard, ideati nel 1801, in cui ogni scheda memorizzava una specifica trama da tessere.

Una scheda perforata, come si vede aveva un angolo tagliato ad indicare il giusto verso di lettura.

Una perforatrice IBM.

Una volta perforate le proprie schede, ci si dirigeva con il proprio pacchetto da tecnici che mandavano in lettura le schede.
Generalmente si tornava il giorno successivo per conoscere l'esito del proprio programma.
Si riprendevano le schede e si otteneva un lungo foglio di stampa, dal quale finalmente si scopriva se il programma era stato eseguito senza errori. In caso contrario, era necessario sostituire le schede errate e mandare nuovamente il tutto in esecuzione.

Un esempio di stampa del programma, ottenuto con stampante ad aghi, in linguaggio Fortran IV risalente al 1976.
In conclusione, quando si disponeva di questi mezzi, ideare un programma richiedeva maggiore attenzione (basti pensare che oggi, quando si ha un dubbio non costa nulla fare qualche tentativo ed eventualmente modificare con pochi click) e maggior tempo, sia per la scrittura che per la compilazione.
Immaginiamo infatti che un programma non funzioni per l'inserimento errato di un punto e virgola al posto di una virgola, oggi la correzione richiede pochi secondi, anni fa per un semplice errore come questo si poteva perdere anche un'intera giornata.

Commenti

  1. Io ho fatto il mio primo esame di Programmazione Compass nel 1978 con le schede perforate all'Università di Padova, Laurea in matematica a indirizzo applicativo. Poi in Basic e Fortran. Nel 1979 ho fatto l'esame scritto in Pascal. Dina Maragno di Rovigo👍👍

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